Il viaggio di Leonardo da Vinci in Romagna
Brevemente, la vita di Leonardo da Vinci.
La formazione a Firenze. Nasce a Vinci un piccolo paese presso Firenze, nel 1452, figlio illegittimo di un notaio fiorentino e di Caterina, è cresciuto nella casa del nonno paterno. Nel 1468, Leonardo lascia Vinci e si trasferisce dal suo babbo a Firenze che lo manda come apprendista da Andrea del Verrocchio, titolare di un’importante bottega di Firenze e dove si apprendono diverse attività artistiche e aveva per acquirente la potente famiglia dei Medici. Nell’atelier del Verrocchio, incontra i maggiori artisti della seconda metà del Quattrocento, il secolo del Rinascimento: Lorenzo di Credi, il Perugino, Sandro Botticelli, e Domenico Ghirlandaio che avrà come allievo Michelangelo Buonarroti.
I giovani apprendisti studiano diverse materie: pittura, scultura, disegno, architettura, urbanistica, ingegneria, meccanica, carpenteria, oreficeria e le tecniche d’apprendimento, in campo artistico, si basano sul disegno dal modello, o la copia di gesso, d’opere antiche e lo studio dei panneggi. Nel 1472, è iscritto alla Compagnia di san Luca, e significa che possiede già i requisiti per accettare commissioni indipendenti, anche se collabora ancora con Verrocchio; nel 1473, egli ha firmato uno dei primi disegni oggi conservato agli Uffizi: Il paesaggio della vallata dell’Arno, che si può osservare a Montalbano, presso Vinci. Nel 1475, nella Bottega del Verrocchio, dipinge alla sinistra, l’angelo nel Battesimo di Cristo che si trova agli Uffizi. Il Verrocchio, compone le due figure principali del Cristo e del San Giovanni Battista, lascia agli allievi il compito di finire il quadro. Fra i primi dipinti autonomi di Leonardo, c’è l’Annunciazione degli Uffizi, eseguita verso il1478 e il Ritratto di Ginevra Benci, che si trova a Washington alla National Gallery e dipinti con immagini di madonne. Nel 1478 fu incaricato di dipingere la pala d’altare per la cappella di San Bernardo a Palazzo Vecchio, ma l’opera non fu eseguita a causa della congiura dei Pazzi che uccisero Giuliano dei Medici, il fratello di Lorenzo, il Magnifico. Lorenzo assicurò un lungo periodo di pace fra gli stati italiani e un intenso sviluppo delle arti. Fra il 1474 e il 1478, qualche studioso, osserva un periodo d’inattività; in quello spazio di tempo, subì un processo penale con alcuni ragazzi delle botteghe artistiche, ma essi furono assolti.
Leonardo da Vinci a Milano. Dopo gli studi fiorentini, Leonardo a trent’anni, si trasferisce a Milano. Nel 1482, fu Lorenzo il Magnifico, per accrescere il prestigio delle sue relazioni diplomatiche, ad inviare Leonardo nel ducato di Milano, come musicista e inventore della lira con la forma a teschio di cavallo.
Dal 1400, nel ducato di Milano, la famiglia, Sforza, romagnola, originaria di Cotignola, ha sostituito i Visconti.
A causa della partenza, non riesce a completare i due dipinti: l’Adorazione dei Magi degli Uffizi e il San Girolamo oggi in Vaticano. Leonardo, arriva a Milano con un Curriculum di competenze tecniche e artistiche di tutto rispetto, oltre all’omaggio, ha con se una lettera, dove illustra le sue molteplici competenze in diversi settori d’attività: Architettura, Ingegneria, Meccanica, Scultura, Pittura, Medicina, Musica. Il contenuto della lettera di Leonardo, si trova nel Codice atlantico. Contrariamente ai giovani d’oggi, fruiva di buone raccomandazioni, ma anche di una preparazione eccezionale. I privilegiati d’oggi, in Italia hanno solo una buona raccomandazione, e poche competenze e questo spiega anche la situazione deleteria dello stato e la popolazione italiana della nostra epoca. Nei primi anni di soggiorno a Milano, Leonardo firma il contratto per dipingere La vergine delle rocce, nel mese d’aprile 1483, su commissione della Confraternita di Santa Maria della Concezione, ed esegue il Ritratto di musico conservato alla Pinacoteca Ambrosiana; elabora alcuni progetti per il tiburio del Duomo. Da Ludovico il Moro, fu incaricato di ritrarre Cecilia Gallerani, definita Dama con l’ermellino, e poi Lucrezia Crivelli nel Ritratto di dama. Nell’ambiente di corte, si diceva di lui «Di Firenze un Apelle è qui condotto», paragonandolo al noto pittore dell’antichità. Gli anni trascorsi a Milano, Leonardo li dedicò allo studio delle proporzioni della figura umana, disegna l’Uomo vitruviano, e osserva da vicino, l’anatomia, la fisiognomica e studia il movimento degli uomini e degli animali, in modo particolare studia i cavalli per il monumento equestre di Francesco Sforza, il padre di Ludovico il Moro. Leonardo, resta alla corte di Ludovico il Moro per diciassette anni, svolgendo diverse attività, diventando ingegnere ducale, realizzando opere d’idraulica, regolando la sistemazione dei canali e progetta una città ideale, con le funzioni separate in diversi settori. Alla corte ducale, organizza feste, spettacoli, banchetti e allestimenti per le celebrazioni dei matrimoni; inventa scenografie e apparecchiature per sorprendere gli spettatori. Nel 1490, avviene la “Festa del Paradiso”, e inventa una macchina teatrale che riproduce il cielo, i pianeti e le stelle con effetti speciali di movimenti scenici e giochi di luce. Il Moro, voleva conferire prestigio al suo ducato, circondando la corte d’intellettuali e umanisti come gli altri Principi del Rinascimento italiano. Leonardo, in questo ambiente, viene a contatto con altre personalità di gran qualità, come Baldassarre Castiglione, e sviluppa il dibattito e le sue teorie nel Paragone delle arti, dove sostiene la supremazia della pittura sulle altre forme d’arte come la poesia, la musica, la scultura. Dal 1494 inizia i disegni preparatori per il progetto del Cenacolo da affrescare sulla parete del refettorio di Santa Maria delle Grazie, completato nel 1498. Il Cenacolo, fu dipinto con una tecnica sperimentale d’affresco e pittura ad olio, ma essa non ha resistito nel tempo, e dopo settanta anni, anche Giorgio Vasari, osserva che il colore si stacca dal muro. Nel Castello Sforzesco esegue la decorazione murale nella sala delle Assi e nello stesso tempo lavora al progetto per un imponente monumento equestre a Francesco Sforza, padre del Moro, per celebrare la grandezza del Ducato, ma anche per sperimentare tecniche nuove, con riferimento alle sculture equestri antiche e a quelle degli altri due fiorentini, Donatello e Verrocchio, maestro di Leonardo: il monumento del Gattamelata, prodotto da Donatello a Padova e il Colleoni dal Verrocchio a Venezia. Nella Corte vecchia, Leonardo, esegue un modello in creta, che supera i sette metri e nel 1493, si prepara alla fusione di bronzo ed egli prevede che serviranno tre fornaci, ma un imprevisto, impedisce la creazione della fusione in metallo. Le potenze straniere volevano conquistare i principati italiani. Ritenta Luigi XII ad invadere i domini italiani, dopo il fallimento di Carlo VIII. Nel mese di settembre 1499, Milano fu occupata dalle truppe del re di Francia, Luigi XII e Leonardo scrisse nei suoi appunti: “Il duca, perso lo stato, la roba e la libertà, nessuna opera sua si finì per lui” Il modello del cavallo in argilla, fu distrutto dai soldati francesi e non fu più riprodotto in bronzo. Cesare Borgia, era fra le truppe del re di Francia e arrivò in Romagna per realizzare il suo Ducato. Ludovico il Moro, tentò invano di riprendersi il Ducato di Milano: fu fatto prigioniero da francesi e trasferito al castello di Loches, in Francia, dove morì nel 1508. La ricchezza dei piccoli stati italiani fu presa di mira dalle potenze straniere che al loro interno avevano già costituito delle monarchie. A dicembre 1499, Leonardo è costretto a lasciare Milano insieme al matematico Luca Pacioli, arrivato tre anni prima da Venezia, dove aveva stampato un libro d’aritmetica e geometria, che Leonardo acquista, per approfondire gli studi di matematica e geometria ai quali si era dedicato in quel momento. Nel 1498, il Pacioli, termina un altro trattato, la Divina proporzione e chiede a Leonardo di disegnare le figure geometriche e l’opera è pubblicata a Venezia nel 1509.
Mantova, Venezia, Firenze. Partito da Milano, si fermò qualche mese a Mantova, ospitato da Isabelle d’Este che gli chiede un proprio ritratto, che non è riuscito a finire e oggi il disegno, che portava sempre con se, si trova al Louvre. Recentemente, è stato trovato in Svizzera un ritratto d’Isabella d’Este, alcuni pensano che è un dipinto di Leonardo, ma non possiede le sfumature dei quadri di Leonardo, ma può essere stato eseguito dagli allievi o da chi possedeva il cartone col disegno che Leonardo aveva eseguito a Mantova. Leonardo, prosegue il viaggio per Venezia, forse ancora in compagnia di Pacioli e pensavano di pubblicare il trattato che avevano fatto insieme a Milano. Venezia, esposta all’attacco dei turchi, richiedeva di un piano di difesa efficace. Leonardo prevede un progetto di difesa che aggiunge fortificazioni, canali, chiuse, e allagamenti a quelle già esistenti. Riparte presto anche da Venezia, e dopo un possibile viaggio a Roma, nell’aprile del 1501 ritorna a Firenze dopo diciannove anni, si stabilisce nel convento dell’Annunziata e riceve una commissione per una pala d’altare con Sant’Anna, la Vergine e il bambino con l’agnello, ma realizzerà solo il cartone, che poi andrà perduto. Leonardo lasciò aperto lo studio, affinché la gente lo andasse a vedere e accorreva meravigliata. In questo periodo, dipinge anche la Madonna dei fusi che oggi si trova in una collezione privata di New York.
Leonardo da Vinci in Romagna.
Alla fine del Quattrocento, nella penisola italiana, il Papa Alessandro VI, eletto il 26 agosto 1492, lo spagnolo Rodrigo Borgia, voleva riprendere i territori di Romagna, dove si erano istallate le signorie e costituire un ducato per il figlio Cesare. Tutte le signorie furono eliminate dalla ferocia dei Borgia: i Montefeltro, e i Malatesta di Rimini, Manfredi a Faenza, e Caterina Sforza da Forlì e Imola; Ravenna, è ancora sotto il dominio della Repubblica di Venezia dal 1441 e pagherà un affitto allo Stato Pontificio fino al 1509, e poi la riprenderà il Papa Giulio II. Nel 1501, Cesare Borgia, aveva già conquistato la Romagna, Urbino e il Montefeltro, egli fu dichiarato duca dei territori conquistati e voleva fare di Cesena la sede governativa del ducato di Romagna. Chiamò il migliore ingegnere dell’epoca, esperto anche di costruzioni militari, il quale doveva verificare la sicurezza dei territori: le condizioni delle fortificazioni e delle vie di comunicazione. Cinquantenne, dopo il lungo periodo vissuto a Milano e un anno trascorso a Firenze, Leonardo, riparte per le Marche e la Romagna. Dal 20 giugno del 1502, e per tutto il mese di luglio, si trova ad Urbino, fra l’esercito di Cesare Borgia, come architetto e ingegnere militare e qui fa amicizia con Nicolò Machiavelli. La prima settimana d’agosto, si trova a Pesaro, poi viaggia fra le città romagnole: Rimini, Cesena, Cesenatico, Faenza, Forlì, Imola. Cesare Borgia, a ventisette anni aveva già conquistato la Romagna e il Montefeltro e sognava di fare un unico stato nell’Italia centrale con Romagna, Marche, Umbria e Toscana, influenzava anche Niccolò Machiavelli che gli dedicò il settimo capitolo del Principe. Il Borgia, aveva già conosciuto e apprezzato Leonardo a Milano nel 1499 alla corte di Ludovico il Moro. Leonardo era l’uomo ideale per organizzare e dirigere il sistema difensivo sparso sul territorio dell’ambizioso principe: macchine da guerra, fortificazioni, bastioni, mura di cinta, piante di città, e cartine dei territori conquistati; muovendosi liberamente fra i luoghi dominati dal Borgia, eseguiva rilievi e annotava continuamente i dati nel suo taccuino da tasca. Nel viaggio in Romagna, Leonardo, scriveva e disegnava sul taccuino L, composto di 94 fogli di cm 11×7, e oggi, si trova nella biblioteca dell’Istituto di Francia a Parigi; esso, fu sottratto all’Italia da Napoleone con altri Codici. Il taccuino L permette di ricostruire il percorso di Leonardo in Romagna e nelle Marche, ma egli l’aveva iniziato nel 1497, quando era ancora al servizio del duca di Milano, Ludovico il Moro. Una riproduzione del Taccuino L, si trova alla biblioteca comunale di Cesenatico. L’atto ufficiale dell’incarico e il permesso di transitare nei territori del Valentino, furono notificati al 18 agosto 1502. Il documento, è stato scoperto solo nel 1792, e vi è descritto con chiarezza le mansioni da svolgere, in pratica, devono progettare opere civili e militari per la difesa del ducato. Il giorno 8 agosto 1502, Leonardo passa da Rimini, in Piazza Cavour e annota il movimento dell’acqua che cade nella fontana cosiddetta della Pigna; il 10 e il 15 agosto é a Cesena, dove esegue alcuni disegni del perimetro delle mura. A Cesena, osservò e annotò il modo particolare di appendere l’uva, e i carri romagnoli, che avevano le ruote piccole davanti e quelle grandi dietro, ed erano troppo lenti; sull’Appennino, notò il sistema di comunicazione acustica dei pastori. Il 6 settembre a Cesenatico, disegna i Porto Canale e una prospettiva della città vista dall’alto. Passa da Faenza, dove raffigura il Duomo, che era ancora in costruzione, e Leonardo arriva ad Imola il 10 settembre e vi rimane fino al 10 dicembre, disegnando la famosa pianta della città. Alla fine del mese di dicembre 1502, terminò anche il viaggio di Leonardo da Vinci, in Romagna. Il 18 agosto 1503 muore il papa Alessandro VI e il figlio Cesare, perde il Ducato e Leonardo, ritorna a Firenze. Il nuovo papa Giulio II, farà prigioniero Cesare Borgia, e tutte le città del Ducato di Romagna, ritorneranno sotto lo Stato della Chiesa per altri 350 anni, fino a, quando ci sarà l’Unità d’Italia. La Romagna, non è stata una terra fortunata, per i sogni e i progetti del Duca Valentino, rimasti solo abbozzati sul taccuino di Leonardo.
Ancora a Firenze. Dopo un anno trascorso in Romagna, nel 1503, fino al 1506, Leonardo ritorna a Firenze e trova un ambiente molto diverso da quello che ha lasciato alla sua partenza per Milano, nel 1482. Lorenzo il Magnifico, l’artefice dell’equilibrio politico, il protettore delle arti, è scomparso nel 1492 e il figlio Piero, è stato cacciato, perché non ha saputo opporsi al re francese Carlo VIII. La città fu sconvolta dalle prediche del frate domenicano ferrarese, Savonarola che annunciava sciagure per Firenze a causa della corruzione e dell’immoralità della chiesa e la società del tempo. Cacciati i Medici, nel 1494, Firenze, proclama la Repubblica, con l’incitazione di Savonarola, e fu eletto gonfaloniere Pier Soderini, e Niccolò Machiavelli è il segretario. A Palazzo Vecchio, nel 1494, fu costruito il gran salone del Maggior Consiglio, e nel 1503, con l’arrivo di Leonardo a Firenze, pensarono di far dipingere una parete del salone ai due grandi artisti che si trovavano a Firenze in quel momento: Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti. Leonardo è incaricato di dipingere la Battaglia d’Anghiari; Michelangelo sulla parete sinistra, deve dipingere la Battaglia di Cascina. Leonardo, lavorò al cartone della Battaglia d’Anghiari al convento di Santa Maria Novella. Per l’esecuzione, della pittura, usa la tecnica ad encausto ed eseguirà solo la scena centrale dell’immagine, uno scontro fra cavalli e cavalieri. Inizia a dipingere nel mese d’aprile 1503, e a dicembre, sospende il lavoro, perché trova inadatta la pittura ad encausto. Nel 1563, l’immagine di Leonardo sarà ricoperta dall’opera di Vasari, ma prima che la battaglia di Leonardo fosse nascosta, un anonimo, ne ha dipinto una copia, la Tavola Doria, perduta negli anni Quaranta del Novecento e da poco ritrovata. Nel 1504, a Michelangelo, fu commissionata la battaglia di Cascina, preparò il cartone, ma nemmeno l’opera di Michelangelo fu realizzata a causa della sua partenza. Michelangelo, nel 1504, aveva terminato la statua di David e Leonardo, si trovava fra la commissione che doveva decidere la sistemazione. La scultura, rappresentava il simbolo della Repubblica fiorentina e fu posta davanti alla facciata di Palazzo Vecchio e poi diventò l’immagine di Firenze nel mondo. I cartoni delle battaglie invece furono studiati dalle generazioni successive d’artisti, un importante punto di riferimento da essere definiti scuola del mondo. Nel 1503, Leonardo inizia a dipingere la Gioconda, che porterà sempre con sé nei suoi spostamenti successivi fino in Francia e di questo periodo, c’è un altro dipinto, andato perduto, la Leda, di cui si fecero tante copie, ed una si trova agli Uffizi. A Firenze Leonardo approfondisce anche gli studi di geometria iniziati a Milano e prosegue l’indagine scientifica sull’anatomia artistica, e nello stesso tempo, sviluppa le sue ricerche sul volo e ipotizza un intervento per rendere l’Arno navigabile. E’ il periodo del Codice sul volo degli uccelli, e dall’osservazione scientifica, nasce l’idea di una macchina volante che doveva volare da Monte Ceceri a Fiesole, ma non riuscirà a realizzare il sogno del volo umano. Nel 1504, muore il suo papà Piero, che aveva avuto dodici bambini in quattro matrimoni.
Ancora a Milano. Nel 1506, dopo tre anni di permanenza a Firenze, Leonardo è chiamato a Milano per compiere dei progetti per il governatore francese che si è insediato a Milano, è ancora impegnato con la Repubblica di Firenze, e promette di ritornare in tre mesi, ma non rispetta gli impegni. A Milano, deve affrontare anche una lunga causa con i committenti della Vergine delle rocce, ed esegue una seconda versione del quadro. In Lombardia sviluppa dei disegni sui corsi delle acque e lavora al progetto di un nuovo monumento equestre per il sottufficiale francese Gian Giacomo Trivulzio, ma anche questo, non sarà messo in pratica, come quello di Francesco Sforza. In questo periodo, approfondisce le ricerche d’anatomia all’ospedale di Pavia e nel 1510, prevede di completare l’opera d’anatomia, dove egli si è sempre impegnato. Dipinge Sant’Anna, che porterà con sé in Francia. Durante i suoi viaggi in Lombardia, Leonardo, incontra chi sarà l’allievo prediletto: Francesco Melzi che erediterà tutti i suoi disegni. Nel 1512, ritornano gli Sforza, ma resterà a Milano fino al 1513. Il trasferimento a Roma. A causa della situazione incerta di Milano, nel 1513, Leonardo, parte per Roma con gli allievi Melzi e Salai, e sono ospitati al Belvedere dal figlio di Lorenzo, Giuliano dei Medici, fratello del Papa Leone X. Resterà per tre anni, impegnato in ricerche scientifiche e tecnologiche. In quel momento, a Roma, c’era il Bramante e Michelangelo stava eseguendo gli affreschi alla Cappella Sistina e c’era anche Raffaello che aveva raffigurato Platone col volto di Leonardo nella Scuola d’Atene, dipinto nel 1510 nella stanza della Segnatura. Si dedica agli studi per la bonifica dell’Agro Pontino, ma per la morte del Papa e di Giuliano dei Medici, i lavori, non sono eseguiti e progetta il nuovo porto di Civittavecchia, dove c’erano ancora i resti di quello romano. In un viaggio a Bologna, conosce Francesco I di Francia, per il quale realizzerà un leone meccanico, simbolo di Francia in grado di camminare da solo e intensifica gli studi sulle acque e sull’anatomia, ma è accusato di stregoneria ed è costretto a scappare da Roma.
In Francia, con Francesco I. Con la morte di Giuliano dei Medici, nel 1516, Leonardo emigra in Francia vicino alla corte d’Amboise, a Cloux il re gli offre un piccolo castello, dove egli si stabilisce con gli allievi, fino alla fine; il sovrano francese, succeduto a Luigi XII, chiama Leonardo alla sua corte come primo pittore, ingegnere e architetto del re, medico di stato. Per lui Leonardo pianifica interventi sul corso della Loira e disegna la reggia di Romorantin. Alla corte di Francia allestisce di nuovo le feste e inventa coreografie e macchine teatrali e il leone meccanico, ancora si usa nelle manifestazioni. Al Castello, smette di dipingere e si dedica all’orto e alla cucina. Aveva portato con se dall’Italia la Gioconda, la Sant’Anna, il San Giovanni Battista che ora si trovano al Louvre, che certamente stanno meglio lì che nei musei italiani.
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