Regione ROMAGNA

La Romagna esiste, ma non c’è la Regione.  Dagli anni Novanta, dopo la caduta del muro di Berlino nelle fiere si vedono gazebo dove si raccolgono le firme per il Referendum allo scopo di sentire un parere della gente per una Regione autonoma dall’Emilia, ma ancora non si è visto alcun risultato. Durante le consultazioni elettorali, alcuni partiti sembrano favorevoli alla Regione Romagna, ma poi, finite le elezioni non si sentono parlare più di nulla. In Italia ci sono venti regioni, alcune sono state unite ad altre senza sentire il parere dei cittadini.

L’Articolo 132 della Costituzione della Repubblica italiana, così recita:

1. Si può, con Legge Costituzionale, sentiti i Consigli regionali, disporre la fusione di Regioni esistenti o la creazione di nuove Regioni con un minimo di un milione d’abitanti, quando ne facciano richiesta  tanti Consigli comunali che rappresentino almeno un terzo delle popolazioni interessate, e la proposta sia approvata con Referendum  dalla maggioranza delle popolazioni stesse.

2.  Si può, con l’approvazione della maggioranza delle popolazioni della Provincia o delle Province interessate e del Comune o dei Comuni interessati espressa mediante referendum e con legge della Repubblica, sentiti i Consigli regionali, consentire che Province e Comuni, che ne facciano richiesta, siano staccati da una Regione ed aggregati ad un’altra. […]

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Aspirapolvere TORNADO

L’aspirapolvere Tornado, è un sistema completo per le pulizie di tutti gli ambienti e vi fa risparmiare sull’acquisto di diversi elettrodomestici, in quanto ha la funzione di aspirapolvere, scopa elettrica, battitappeto, lucidatrice.  Il sistema TORNADO, vi fa risparmiare anche sull’energia elettrica, i consumi, sono molto ridotti rispetto agli altri aspirapolvere.  Nei supermercati, tutti i giorni vi propongono continuamente prodotti nuovi per farvi spendere i vostri soldi. La funzione del supermercato è quella di fare spendere i soldi e consumare prodotti. Questo aspirapolvere, si distingue per un basso consumo elettrico e un’aspirazione molto potente, per la leggerezza, la praticità e il modo di funzionare, la qualità e la durata nel tempo. Il basso consumo elettrico è un fattore molto importante ai giorni nostri e dovuto al motivo che gli accessori s’inseriscono quasi tutti a diretto contatto con la fonte d’aspirazione ed è concepito con una tecnologia innovativa. Altri aspirapolvere del commercio, sembrano simili, ma hanno consumi elettrici che sono quattro o cinque volte superiori al nostro TORNADO e aspirano molto meno.

Ho trovato l’aspirapolvere TORNADO, da un venditore che andava nelle case a presentare l’aspirapolvere alla gente. Mi è piaciuto tanto, perché è differente dagli altri aspirapolvere che esistono sul commercio. Questo sistema, si può utilizzare in tanti modi: come scopa elettrica, aspirapolvere, battitappeto, lucidatrice. Il completo è formato da una scopa elettrica con manico e un sacco che raccoglie la polvere e una spazzola per pavimento e da un completo d’accessori per tutti i problemi di polvere degli ambienti domestici e uffici, alberghi, comunità varie. C’è il battitappeto, un accessorio opzionale, che lavora con un motore autonomo insieme con quello della scopa elettrica. E’ l’accessorio più importante, perché fa la pulizia a fondo dei tessuti.  Continua… […]

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La giustizia italiana

     Per venti anni sono stato responsabile di un’attività commerciale, ho fatto tante cause civili e ho sperimentato quasi tutto il Diritto Civile che è vasto e complesso. Ho sentito spesso politici, di tutti i partiti, parlare in modo generico di “ riforma della giustizia” e ora molti pensano che il Presidente faccia le leggi per se.  Allora, si deve cominciare a fare le leggi anche per la gente. L’attuale governo, con la “mediazione civile e commerciale”, (dlgs. n. 28/2010) ha cercato di evitare che i processi civili si svolgessero nei tribunali.

     Parte della riforma della Giustizia Civile, sembra fatta.  Generalmente, le riforme dei politici, non rispecchiano quasi mai lo stato reale del paese. Staremo a vedere come funziona. Spesso le leggi sono interpretate in modo scorretto anche dai giudici e dagli avvocati. Non serve avere una laurea in Legge per capire come funziona la giustizia. Spesso c’è gente laureata che non capisce le cose. […]

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Letizia Malpassi

La giovane pittrice Letizia Malpassi espone nella Repubblica di San Marino.

Dal 7 al 20 maggio 2011 le opere sono in mostra al Centro sociale di Dogana.

La prima mostra si è svolta a Rimini nel mese di Febbraio presso la Sala degli Archi dove ha ottenuto un gran successo di pubblico.

Le opere di Letizia Malpassi ci parlano del suo amore per la vita, che Letizia esprime attraverso il gioco affascinante dell’arte. Letizia con le sue opere ci parla dei progetti, dei sogni, delle sue illusioni, di luoghi immaginari e reali, vicini e lontani.

Lo stile compositivo è molto personale ed eterogeneo riflette e amalgama le esperienze e diversi stili artistici, da vita, ad un’estetica originale e a volte incantata.

Spesso le immagini richiamano figure di pittori e scultori che s’inseriscono in un nuovo ambiente in cui il presente si confronta col passato prefigurando un futuro in cui l’utopia continuerà ad esistere e a parlarci sottovoce.

Spesso le immagini si legano a suggestioni, o visioni reali ed estetiche dell’oriente, lo tsunami che l’artista porta nel suo mondo e nella pittura confermandoci ancora come tra sogno e realtà, tra contingenze e utopie, tra sofferenze e speranze non vi è una divisione netta come del resto tra i vari stili e le tecniche pittoriche che Letizia utilizza con maestria e originalità.

Lo stile della Malpassi spesso allude ad elementi di grafica pubblicitaria per poi aprirsi alla pittura ad olio decorativa e astratta, al simbolismo e ad un realismo fantasioso, al disegno artistico con i pastelli e la sanguigna, per realizzare in una dimensione concreta e utopica immagini sognanti e quotidiane, a volte legate a simboli e astrazioni e a volte tragicamente immanenti, rappresentando così la società con la sua umanità, i sogni, l’impegno, le sofferenze, le contraddizioni e le sue speranze. Il reale diviene tragico, come accade nella vita vissuta. L’artista con un segno pittorico attraente e fantasioso, spesso  richiama anche il fumetto artistico e  trasfigura gli aspetti più angoscianti della vita creando “alter ego”, “doppi”, che sanno indicare una nuova vita dando speranza e motivazioni. L’artista è spesso ispirata anche da un forte sentimento religioso che oltre a spingerla ad una ricerca spirituale, talvolta la conduce anche a dipingere figure religiose dai tenui colori, senza tempo, che di volta in volta richiamano l’iconografia di varie parti del mondo, Europa, America Latina, Oriente, ecc. evidenziando come queste e numerose altre icone ed influssi culturali siano presenti nel suo sentimento e nell’immaginario.

1) Ingresso a San Marino da Dogana – foto

2) Natura morta con buccia di mandarino – olio su tela

3) L’attrice e il gigolo – tempera

4) Il bambino dello tsunami – olio su tela

5) Figura astratta – tecnica mista

Letizia Malpassi – tel. 339 8781372 –

Galleria:  http://galleriadarte.newshoponline.it

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Lo studio d’arte

Dopo l’esame di maturità, Paola, aprì lo studio per dipingere in Via Sintoni a Cesenatico. Con la vendita dei quadri, riusciva a pagare le spese. La sua famiglia era benestante, ma voleva essere economicamente indipendente dalla famiglia.

Lo studio diventò un punto d’incontro d’artisti e galleristi. Acquistò la prima automobile, la Mini. La macchina serviva per portare i quadri alle mostre, nelle città di Romagna ed Emilia. La nostra aspirazione, era quella di acquistare la moto. La Riviera Romagnola, d’estate diventa una metropoli molto trafficata e con la moto si risolve questo problema. Paola acquistò una prima Moto Guzzi 250, nel 1978 e nel 1980 ha acquistato un’Honda 500 ed io una Suzuki 550. Paola, oltre alla pittura ad olio, si dedicò a tutte le tecniche artistiche. Le chiedevano di dipingere diversi soggetti e nello stesso tempo eseguiva soggetti personali. La natura morta è il soggetto più pratico da comporre in studio, con oggetti impolverati, recuperati in vecchi casolari di campagna: bottiglie, lampade, vasi, vecchi oggetti d’uso quotidiano, frutta, ortaggi, zucche…

Le zucche che compongono le nature morte, sono acquistate dai contadini di Ferrara, e fatte seccare. Nel periodo estivo, eseguiva i paesaggi marini: le barche, la spiaggia, i capanni dei pescatori, il Porto Canale, che erano i soggetti più graditi dai turisti. Su quelle tele riusciva a trasmettere la serenità e la luce dell’estate romagnola. In estate, partecipava alle mostre collettive con pittori locali e le sue opere si vendevano sempre con qualsiasi tecnica o soggetto. Nello stesso tempo contattava galleristi per proporre i quadri e spesso mi chiedeva di accompagnarla, affinché non si creassero situazioni equivoche, per una giovane pittrice, ma lo faceva anche per coinvolgermi, mi presentava i suoi galleristi, perché desiderava che anch’io facessi quel lavoro.  Dopo il Liceo, ho frequentato un altro anno per poter avere accesso all’Università, e un anno, ho lavorato in uno studio d’arte e restauro, con diversi artisti, ma non ho mai amato lavorare alle dipendenze di altri e poco dopo ho aperto anch’io lo studio. Oltre ai quadri, mi sono dedicata ai cartelloni pubblicitari, e ho frequentato una scuola di grafica pubblicitaria. Paola nelle discoteche di Cesenatico, incontrò un musicista di una nota orchestra romagnola che frequentò per sette anni e questo fu anche il periodo più luminoso e sereno di tutte le opere di Paola. Il musicista la voleva sposare. Paola, che aveva sette anni di meno, non si sentiva ancora pronta per formare una famiglia. Mi ha chiesto un consiglio, ma ho preferito non darlo. Ho solo ricordato le situazioni che si sarebbero potute verificare con un matrimonio prematuro…e alla fine, si sposano tutti. Dopo dieci giorni mi dice, che ha lasciato il musicista, non vuole fare questa scelta, e a seguito di questa sofferenza, si dedica ancora di più al suo lavoro. Per lei è stata una scelta dolorosa e ho sempre evitato l’argomento. Fu invitata a partecipare ad un concorso a Milano dove si classificò al primo posto. In seguito a quest’evento, come premio, allestì una mostra personale in una galleria milanese dal 3 al 15 novembre 1984.  Mi chiese di accompagnarla all’inaugurazione della mostra. I suoi quadri, piacevano anche qui e molti affermavano che, con le sue capacità, avrebbe dovuto trasferirsi a Milano! Paola non lo ha fatto per non dare un grande dispiacere alla famiglia.

In Italia, ma soprattutto nelle province di Romagna, il mestiere di pittore, non è mai stato considerato un lavoro normale per un uomo; se a dedicarsi a questo mestiere si tratta di una donna, vi lascio immaginare!  Di pittrici, ce n’è stata una per secolo e di solito provengono da famiglie d’artisti! Ho sempre creduto nelle capacità di Paola… poi ho scoperto che fra i suoi parenti esistevano diversi artisti! Paola, ha ereditato questa passione da uno zio. Non mi sono mai chiesta se la sua famiglia fosse contenta di questa scelta. Oggi i tempi sono cambiati, ma non è mai una scelta facile.

Se vuoi vedere le opere di Paola, visita il sito:  www.paolapetrini.it

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Cesenatico

Temendo che mia madre poteva impedirmi di finire la scuola, d’estate lavoravo nei bar sulla spiaggia di Cesenatico e nello stesso tempo approfondivo l’amicizia con Paola. Cesenatico d’estate diventa un centro turistico internazionale e si popola degli abitanti d’ogni luogo. La sera si usciva e si cominciava a frequentare le discoteche. Sul porto canale disegnato da Leonardo, gli artisti si fermavano a dipingere le sue eleganti prospettive. Paola, era a contatto con questi artisti e desiderava imitarli, voleva diventare anch’essa una pittrice. Al Liceo artistico, non c’insegnavano le tecniche della pittura ad olio, e se ne sentiva la mancanza e l’unico modo per imparare era quello di guardare quelli che già lo facevano. Paola, ispirata da questi artisti, cominciò a produrre i primi dipinti ad olio e ad esporli nelle gallerie locali. Era molto determinata e cercava di apprendere i “segreti” del mestiere, senza dover andare all’Accademia. Al Liceo, c’insegnavano diverse tecniche: il chiaroscuro a matita, la seppia, il carboncino, la tempera, il collage, la scultura, ma la pittura ad olio era esclusa, e questo per noi era un limite. La pittura ad olio, è una delle tecniche più difficili, ma anche la più affascinante. Andrebbe iniziata presto. Chi è interessato alla pittura, per imparare a dipingere, in Italia, dopo il Liceo deve frequentare l’Accademia di Belle Arti, ma è meglio iniziare prima, al Liceo Artistico e continuarla all’Accademia.

Alle medie, io già dipingevo, poi ho smesso, perché la scuola era impostata in un altro modo e si dovevano prima studiare le basi del disegno.

All’ultimo anno di Liceo, oltre alla maturità, c’era un altro esame: la patente di guida. Per la teoria, abbiamo studiato solo un pomeriggio a casa di Paola, poi ci siamo presentate all’esame e siamo state promosse. Oggi, non è più possibile preparare l’esame per la patente in mezza giornata. Fra un po’, per poter superare quest’esame, ci vuole la Laurea!

Visita il sito: http://www.paolapetrini.it se vuoi vedere alcune opere di Paola.

                                                                

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ROMAGNA, la regione che non c’è

Regione Romagna - adesivo diametro 10 cmL’Italia, è divisa in venti regioni create dopo la nascita della Repubblica. Alla Romagna non è stata concessa la regione, ma è stata annessa all’Emilia a causa del vecchio partito comunista, e non ha avuto lo stesso sviluppo dell’Emilia. La Romagna è come il Meridione d’Italia ed è giusto che sia riconosciuta regione autonoma dallo Stato Italiano. Il compito dei comunisti era quello di sottomettere i popoli alla dittatura del proletariato con opere di propaganda nelle nazioni su mandato dell’Unione Sovietica. Hanno iniziato con la sottomissione dalla Romagna.

I tempi sono cambiati il comunismo è fallito, i romagnoli, sono stati “derubati” della Regione con annessione forzosa all’Emilia ed è ora di pensare alla loro autonomia e sviluppo. Vedo le cose con l’occhio del viaggiatore, ed è possibile che il mio punto di vista, non è condiviso, ma le cose stanno così. Nel 1963, il Molise ha ottenuto la Regione solo con trecentomila abitanti, invece del milione richiesti dalla Costituzione italiana, per fare una Regione. Il romagnolo vale meno del molisano, che non ha diritto alla Regione?  Il romagnolo deve essere privato dei Diritti Costituzionali? Perché.

In modo superficiale, si può asserire che il molisano “lavora di testa” e il romagnolo di “braccia”. Cerco di spiegare. In Molise, c’era poco lavoro e la gente, invece di lavorare, aveva studiato. La necessità aguzza, l’ingegno, e nel Meridione dell’Italia, c’è tanta gente colta e con la laurea. In Romagna, fino a poco tempo fa, non esisteva l’università e il romagnolo, preferiva andare a lavorare, piuttosto che spostarsi per andare a studiare. Il romagnolo è un gran lavoratore, ma è ignorante, ed è stato privato dei suoi diritti, e quindi penalizzato. In tutte le città dell’Emilia, ci sono sempre state le università, mentre nelle città della Romagna, solo da dieci anni, sono state aperte succursali dell’università di Bologna.

Dal 1990, dopo la caduta del muro di Berlino, a Forlì c’è il Movimento per l’Autonomia della Romagna, che chiede la regione separata dall’Emilia. Hanno capito come stanno le cose. A Ravenna, c’è un museo con lo stesso nome. Ho riflettuto molto e mi sono documentato su questa vicenda, e ritengo che tale richiesta sia ampiamente fondata e legittima. Questo territorio è stato utilizzato dall’Emilia rossa per imporre il comunismo in questa zona, e con l’ambizione di estenderlo all’Italia intera. Durante il periodo elettorale, ci sono forze politiche che sostengono la causa della Romagna Regione, ma solo per finta, perchè interessano solo i voti. Per la Romagna, mi auguro che non sia un altro sfruttamento dei desideri a causa della furberia politica. 

Come deve essere, come si sogna questa Regione. Per costruire la casa, o l’impresa, ci vuole un progetto. Non basta dire “vogliamo fare una nuova regione”, ma come. I motivi e le vicende storiche, perché la Romagna non è stata riconosciuta Regione dallo Stato Italiano, sono scuse e pretesti senza alcun fondamento. A mio parere, si tratti solo di una discriminazione e un’ingiustizia. Un imbroglio da parte di soggetti più furbi. Non intendo scrivere la storia della Romagna, perché non è il mio compito, ma capire questo territorio. Ogni Provincia della Romagna, ha caratteristiche diverse, e nessuna ha avuto lo stesso sviluppo che c’è stato nelle province dell’Emilia.

La Romagna, è il meridione dell’Emilia, qui s’impongono solo divieti e ordinanze che non sono altro che privazioni di libertà per i suoi abitanti. Le città della Romagna sono ancora governate dai discendenti dei comunisti che hanno le stesse idee.

I finanziamenti per la gestione delle due regioni, sono gestiti dall’Emilia che pensa al benessere del suo territorio. I romagnoli sono stati costretti a diventare emiliani ma esclusi dai benefici e privilegi degli emiliani. La Romagna l’hanno ritenuta indegna, o è stata una punizione per aver dato Mussolini all’Italia?  Nelle scuole, Mussolini, è presentato come soggetto negativo, come il male assoluto.  Il 2 giugno 1946, in Italia, ci fu un referendum per scegliere fra Monarchia o Repubblica. I partiti di sinistra, erano a favore della Repubblica.  Corre voce di brogli elettorali per far vincere a tutti i costi, la Repubblica e mandare via il Re. E’ un peccato, perché dove ci sono le monarchie, mi pare che la gente stia meglio. La Repubblica, si è poi dotata di una Costituzione applicata solo in parte; per alcuni soggetti i diritti costituzionali non esistono.

La Repubblica, non ha portato fortuna alla Romagna sottomessa all’Emilia e poi dimenticata.

In sessanta anni di Repubblica, non è mai stata costruita una strada o una fabbrica. Qui si aprono solo supermercati per far spendere soldi a chi ha un reddito; i prezzi sono più alti che in Emilia, mentre in Romagna gli stipendi sono inferiori del 30%. Le strade in Romagna, sono rotte e pericolose come la Romea, l’E 45, la Ravegnana.  L’Emilia è stata dotata di tutti i servizi, si costruiscono continuamente strade e strutture varie, fabbriche ovunque, lungo il Reno e Appennini, mentre in Romagna, niente e i si devono arrangiare da soli e quindi, la richiesta di una nuova Regione è più che fondata e legittima, ma è scomoda per il partito comunista che ha fatto dell’Emilia Romagna un importante centro di potere e i romagnoli sono utili solo, quando si va a votare. Ho percorso tutte le strade della Romagna e dell’Emilia, e ho percepito la differenza tra le due Regioni, non ci vuole molto a capire che la Romagna è una regione più povera dell’Emilia, e chi viaggia, vede.

Gli emiliani, con i redditi più alti, sono più ricchi dei romagnoli. In Emilia si sono sviluppate moderne città industriali. Da noi, c’è un poco d’industria vecchia a Ravenna che risale agli anni cinquanta sessanta.  A Rimini, col turismo, si sono arrangiati da soli, con la fiducia e le cambiali, ma lavorano solo tre mesi l’anno, ed è un lavoro precario.  Il popolo emiliano è attivo e laborioso, non ho nulla contro di loro e sono anche simpatici. Al mare, ho conosciuto tante famiglie emiliane ed ho avuto una buona impressione. Consiglio anche agli emiliani di cambiare, senza l’amministrazione di sinistra, farebbero molto più progresso. E’ meglio cambiare gli amministratori per poter fare un confronto e scegliere quelli migliori.

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Giorgione, poesia di Hermann Hesse

Così lascin la terra gli artisti!
Senza giorno di morte, sepolcro o notizia
di vecchiaia, declino, tramonto e dolore!
Qual favola, qual poesia ci giunge
la tua vita: trasfigurata dal piacere,
dall’acre profumo di uno strazio mai gravata.
Forse da passioni e piaceri giovanili
la peste nera via ti ha strappato;
forse di notte, dalla barca ornata a festa
la fredda notte giù ti ha trascinato!

Non lo sappiamo. Di te più non abbiamo
che pochi quadri, la cui dolce potenza
intatta nella sua antica bellezza
ci sorride eterna e immacolata,
e una leggenda che col suo splendore
la memoria tua orna di vincente giovinezza.
Non hai sepolcro. Indomita fu la tua esistenza.
Non appassì. Per noi sei vivo ancora.

Questa poesia di Hermann Hesse, l’ho pubblicata, perché Giorgione era uno degli artisti preferiti di Paola.

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Il Liceo Artistico

Al Liceo Artistico di Ravenna, ho conosciuto Paola Petrini. Era una ragazza diversa dalle altre. S’impegnava molto nelle materie artistiche. Per imparare a disegnare e le regole del disegno, ci facevano riprodurre le copie di gesso di figure e opere classiche; lei non si staccava mai dai disegni, mentre le altre ragazze, stavano spettegolando di cose futili, d’abiti, di moda. Non parlava mai con nessuno, ma quando le rivolgevo la parola, lo faceva volentieri. Abbiamo iniziato ad intrattenere conversazioni sulla Storia dell’Arte, e a commentare le lezioni, che non erano tanto facili per i ragazzi provenienti dalla scuola media. Abbiamo cominciato ad andare a vedere dal vero i monumenti, i musei e le opere d’arte che il professore ci spiegava, e da lì è nata la nostra amicizia. Ben presto siamo diventati inseparabili. Al secondo anno di Liceo, sembrava che la nostra amicizia dovesse finire.

Per vari problemi con mia madre, avevo deciso di interrompere gli studi. Non andai a vedere i voti finali e lei ha pensato che volessi abbandonare la scuola, allora mi scrisse una lettera, dicendo, che se lo avessi fatto, si sarebbe interrotta la nostra amicizia. Alla fine della lettera, mi faceva, le sue condoglianze. Non ho abbandonato la scuola e al terzo anno, abbiamo rappresentato l’indissolubilità della nostra amicizia col “Bitratto”, la scultura di una testa in argilla con due facce: da un lato lei faceva il mio ritratto e sul retro io facevo il suo ritratto. Per le vacanze di Natale, la scultura è sparita e non l’abbiamo più trovata.

Paola, aveva un obiettivo ben preciso: frequentava il Liceo Artistico, perché in futuro voleva fare la pittrice. Io avevo frequentato il Liceo Artistico, perché me lo avevano consigliato i professori delle scuole medie; la mia famiglia era contraria e mi ostacolava e se non era per Paola, non finivo il Liceo che ormai frequentavo solo per la sua amicizia.

Visita il sito:  www.paolapetrini.it  se vuoi vedere alcune opere di Paola.

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Hesse, diario di viaggio 1901, Ravenna

Martedì, 30 aprile 1901

Pioggia. Ho reso la prima visita all’antichissimo Battistero: i mosaici della sua cupola sono la prima importante testimonianza d’arte paleocristiana che vedo. Il Battistero, con questi mosaici, mi fa un’impressione enorme, indimenticabile. Il Duomo è nuovo, chiaro e sobrio;  buono l’antico campanile. Nel palazzo arcivescovile ho visitato la deliziosa cappellina, con meravigliosi mosaici. Piove, la città mi si mostra nel suo aspetto meno ospitale, inoltre ho un terribile raffreddore; eppure questi mosaici mi procurano un piacere indicibile, e sono molto contento di essere venuto a Ravenna.

Incantevole il giardino dell’Accademia, con alloro, abeti e prato; come alcune piazzette con vecchi edifici grigi e cantucci romantici.  

Nel convento di Classe, usato come museo, molto interessanti i reperti romani ed etruschi; poi una serie d’oggetti intagliati, in avorio, alcuni bei sigilli e resti dell’armatura di Teodorico, interessanti da un punto di vista ornamentale.

Poi San Francesco, col sepolcro di Dante! Ho visitato in pratica tutta la città.

Magnifico San Vitale, con ricchi mosaici; il coro, che n’è completamente coperto, fa un’impressione ricchissima e accecante, ma al tempo stesso grave. La chiesa sembra pericolante; dentro c’è anche acqua.

 Accanto c’è la cappella di Galla Placidia, i cui mosaici sono, se possibile, ancora più ricchi, in particolare il bel mosaico dorato su sfondo blu. L’effetto singolarissimo di questi mosaici è dato in primo luogo dal contrasto tra lo stile arcaico, millenario, e lo splendore dei colori, pieno, ricco, nuovo, così da dare un’impressione d’indistruttibilità ed eternità.

    

Prima di mezzogiorno, ho visitato Sant’Apollinare Nuovo, dove le due grandi pareti della navata centrale sono coperte di mosaici su sfondo d’oro: una meraviglia!  In Sant’Apollinare anche una cappellina con ritratto musivo di Giustiniano e bella sedia vescovile antica, in marmo.

Vicino, il Palazzo di Teodorico.

A mezzogiorno, forte temporale. Dopo mangiato, essendo spuntato ad un tratto il sole, sono andato a passeggio, per far asciugare i miei vestiti bagnati. Ho cercato un’altra volta San Vitale e ho lasciato che i mosaici facessero il loro effetto. Il conto dell’hotel si è rivelato clemente, contro ogni attesa. (Hotel Spada d’Oro. Non caro, ma nemmeno buono)

Nonostante il tempo avverso e le mie precarie condizioni di salute, conservo di Ravenna una grande, importante impressione. La città in sé è tacita, vecchia, interessante sotto molti punti di vista, per quanto ridotta e impoverita.

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