Olocausto delle imprese

Nel mondo del lavoro, in Italia, si è sempre difeso il solo lavoratore dipendente, considerato più debole, rispetto ad altri tipi di lavoratori; lo stato, non ha mai protetto il lavoro di altre categorie sociali, e specialmente di chi crea occupazione, come accade negli altri paesi. C’è stata la difesa del lavoratore, ma non di chi da lavoro ed è accaduto che i lavoratori dipendenti, con la protezione di stato e sindacati, hanno distrutto quello autonomo.

L’articolo 4 della Costituzione italiana, afferma che «La Repubblica riconosce a tutti i cittadini, il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società»

Negli ultimi venti anni, all’interno delle istituzioni italiane, il personale di alcuni enti esegue abusivamente atti criminali in certi settori del lavoro e contro l’interesse dello stato: l’ambiente sociale delle imprese[…]

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Il lavoro autonomo in Italia

Nel 1987, ho sostenuto l’esame per gli esercenti del commercio ed ho avviato un lavoro autonomo. Avevo fatto domanda d’impiego alle poste italiane e ritardavano a chiamare, perciò decidevo di aprire un’attività indipendente, poi accadde che mi volevano assumere, quando avevo già iniziato a lavorare ed ho dovuto rinunciare. Dopo di quello artistico, desideravo conoscere un altro campo economico, ma oggi, in Italia, a causa della situazione del paese, per la gente comune, è diventato impossibile svolgere un lavoro autonomo. In Italia, alla gente, è stato impedito di lavorare dalla sua classe politica che ha fatto le leggi in modo che la gente comune, non possa lavorare.   […]

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Debito pubblico e rifiuti urbani

Produttori di rifiuti. Da vent’anni, in Italia, si costruiscono i centri commerciali con la compiacenza degli amministratori locali, per vendere prodotti importati dalla Cina, dove costano meno, e i salari sono più bassi. La diffusione dei centri commerciali, produce tanti rifiuti che una volta non c’erano.

Tutti i giorni, l’industria, inventa prodotti nuovi e superflui, compreso il “cibo spazzatura” creando bisogni di cui si potrebbe fare a meno, al solo scopo di fare spendere i soldi.  La gente acquista carrelli pieni di prodotti che non servono a nulla, se non ad incrementare l’obesità, le malattie fra la gente e i rifiuti urbani. Per chi lavora, la crisi non esiste e può spendere anche per comprare porcherie. C’è uno strano fenomeno nell’Italia d’oggi: non cresce, ma diminuisce l’occupazione e aumentano i consumi e di conseguenza i rifiuti urbani.        […]

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