Fondazione e manifesto del futurismo
Il movimento Futurista, la prima Avanguardia storica d’Italia, è stato fondato dal poeta e scrittore Filippo Tommaso Marinetti, nel 1909. Lo strumento di diffusione delle idee futuriste, fu il Manifesto che cominciò a diffondersi sull’esempio di quel comunista del 1848. I manifesti futuristi furono divulgati sulla stampa italiana e sul Figaro di Parigi. Furono pubblicati anche i manifesti di tutte le arti e anche della cucina. Il Futurismo, teorizzava una rottura col passato, l’esaltazione del progresso tecnico e scientifico e della velocità come valore e corsa verso il futuro, dinamismo, azione, distruzione dei musei e delle accademie e della letteratura del passato, l’esaltazione della guerra e della violenza, disprezzo per le donne. Marinetti è cresciuto in Africa. Nel 1918, fonderà anche il Partito Futurista, ma non avrà fortuna ed in seguito si unirà al fascismo che accolse solo gli aspetti propagandistici e superficiali del movimento. Il fascismo era per il “ritorno all’ordine” e alla tradizione accademica; non voleva le novità, i cambiamenti, il progresso. Il fascismo, riuscì ad emergere.
“Noi vogliamo glorificare la guerra – sola igiene del mondo – il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna”.
In merito al “disprezzo della donna”, del punto nove del primo manifesto futurista, Valentie de Sait-Point, così iniziava il “Manifesto della donna futurista”:
“L’Umanità è mediocre. La maggioranza delle donne non è superiore né inferiore alla maggioranza degli uomini. Esse sono uguali. Tutte e due meritano lo stesso disprezzo”.