Manifesto dei pittori futuristi

Dopo la fondazione e il primo manifesto del futurismo, pubblicato da Marinetti sul Figaro il 20 febbraio 1909, ne seguirono molti altri: il manifesto dei pittori, degli scultori, degli architetti, dei musicisti, del teatro, della cucina, delle donne, del partito Futurista….

8 marzo 1910

Agli artisti giovani d’Italia!

Il grido di ribellione che noi lanciamo, associando i nostri ideali a quelli dei poeti futuristi, non parte già da una chiesuola estetica, ma esprime il violento desiderio che ribolle oggi nelle vene di ogni artista creatore.
Noi vogliamo combattere accanitamente la religione fanatica, incosciente e snobistica del passato, alimentata dall’esistenza nefasta dei musei. Ci ribelliamo alla supina ammirazione delle vecchie tele, delle vecchie statue, degli oggetti vecchi e all’entusiasmo per tutto ciò che è tarlato, sudicio, corroso dal tempo, e giudichiamo ingiusto, delittuoso, l’abituale disdegno per tutto ciò che è giovane, nuovo e palpitante di vita.  […]

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Fondazione e manifesto del futurismo

Il movimento Futurista, la prima Avanguardia storica d’Italia, è stato fondato dal poeta e scrittore Filippo Tommaso Marinetti, nel 1909. Lo strumento di diffusione delle idee futuriste, fu il Manifesto che cominciò a diffondersi sull’esempio di quel comunista del 1848.   I manifesti futuristi furono divulgati sulla stampa italiana e sul Figaro di Parigi. Furono pubblicati anche i manifesti di tutte le arti e anche della cucina. Il Futurismo, teorizzava una rottura col passato, l’esaltazione del progresso tecnico e scientifico e della velocità come valore e corsa verso il futuro, dinamismo, azione, distruzione dei musei e delle accademie e della letteratura del passato, l’esaltazione della guerra e della violenza, disprezzo per le donne. Marinetti è cresciuto in Africa.  Nel 1918, fonderà anche il Partito Futurista, ma non avrà fortuna ed in seguito si unirà al fascismo che accolse solo gli aspetti propagandistici e superficiali del movimento. Il fascismo era per il “ritorno all’ordine” e alla tradizione accademica; non voleva le novità, i cambiamenti, il progresso. Il fascismo, riuscì ad emergere.

“Noi vogliamo glorificare la guerra – sola igiene del mondo – il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna”.

In merito al “disprezzo della donna”, del punto nove del primo manifesto futurista, Valentie de Sait-Point, così iniziava il “Manifesto della donna futurista”:

L’Umanità è mediocre. La maggioranza delle donne non è superiore né inferiore alla maggioranza degli uomini. Esse sono uguali. Tutte e due meritano lo stesso disprezzo”.

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Dante Alighieri, la vita è un romanzo

Dante - Bargello- WEBDante Alighieri, è l’ospite più illustre di Ravenna, e della Romagna. A Ravenna, nella capitale del Medioevo, egli ha vissuto gli ultimi tre anni di vita. La notorietà di Dante, se non fosse dovuta alla scrittura della Divina Commedia, potrebbe provenire dalla vita movimentata che egli ha vissuto.

Dante, nacque in Firenze nel 1265 e abitò in questa città, fino a trentasei anni e poi, egli fu costretto all’esilio per motivi politici e non tornò più nella città dove nacque. In vita, a causa della politica, egli fu ripudiato per sempre da Firenze; egli fu accusato di baratteria, estorsione ed arricchimenti illegali. Contro Dante, furono accuse infamanti, ma all’epoca, la giustizia si utilizzava anche per eliminare gli avversari politici.

Egli fu accusato ingiustamente e non pagò una multa di cinquemila fiorini entro tre giorni e di conseguenza, lo espropriarono del suo patrimonio e di quello dei bambini poi, fu punito anche con la pena di morte per non avere pagato la multa.

La casa di Dante non fu distrutta, perché era in comune col suo fratello Francesco. Essa, si può visitare ancora oggi in Firenze. Questo succedeva perché nei Comuni italiani, dall’inizio del 1200 c’erano due partiti politici sempre in guerra fra loro: i Guelfi e i Ghibellini. Gli scontri fra i due schieramenti, portavano alla distruzione del lavoro e delle case dei nemici e riducevano le città a mucchi di pietre. Costringevano i nemici ad andare in esilio e a pagare una multa. Chi non pagava li condannavano alla pena di morte.  Il cambiamento radicale della sua vita, ha ispirato Dante a scrivere una delle opere più importanti della letteratura italiana e del mondo: La Divina Commedia. L’opera, è una delle più tradotte e più conosciute. La Commedia, è stato anche il libro più venduto dopo la Bibbia.   […]

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