La rotonda di Rovigo
La Rotonda di Rovigo fra Manierismo e Barocco. Nel Cinquecento, Giorgio Vasari, pittore, architetto e storico toscano, scrive le Vite, le biografie dei più celebri artisti, pubblicate la prima volta nel 1550; vissuto in questo periodo, descrive anche il significato di Manierismo. Manierista, è chi imita l’arte dei grandi che lo hanno preceduto. Nel Cinquecento, il Manierismo, occupa gran parte dello scenario artistico. Dopo Michelangelo, comincia la crisi del Rinascimento fiorentino e romano, e gli artisti successivi, non potendo eguagliare i maestri, ripetono le forme dell’arte di questi.
La situazione, è condizionata anche dai fatti storici che stanno cambiando. Fra gli stati italiani, non c’è più il principe artefice di pace ed equilibrio politico, inizia la lunga dominazione straniera che prosegue fino all’unità dell’Italia. Lo stato pontificio, quale erede dell’impero romano, all’inizio del Cinquecento, rivendica la direzione politica dell’Italia; con Giulio II e i papi medicei, a Roma c’è il massimo sviluppo del Rinascimento, dove Michelangelo e Raffaello lasceranno le loro opere più importanti.
Al nord della penisola italiana, la Repubblica di Venezia, è l’unico stato a non essere invaso dalle potenze straniere, fino all’arrivo di Napoleone Bonaparte, nel 1797. Il ducato di Milano, abbellito dagli Sforza, nel 1499, passa sotto il dominio francese, come i regni di Napoli e della Sicilia. Venezia, al nord, è un centro d’arte internazionale.
La città di Rovigo, dopo trecento anni di dominio Estense, alla fine del Quattrocento, inizia a far parte della Repubblica di Venezia. In quel periodo, furono costruiti diversi edifici e uno dei più importanti monumenti della città: la Rotonda. La chiesa, fu progettata da un collaboratore di Andrea Palladio, alla fine del Cinquecento, e fu costruita fra il 1594 e il 1603; la pianta è a forma ottagonale come la Basilica di San Vitale a Ravenna, città che per un certo tempo, restò sotto il dominio della Repubblica veneta. All’esterno è circondata da un portico con colonne d’ordine toscano.
Gli edifici a pianta centrale, furono proposti anche nel Rinascimento da Leonardo, Bramante e Raffaello. Il tempio sullo sfondo dello Sposalizio della vergine, sembra la Rotonda. All’interno, oltre all’immagine della Madonna collocata sull’altare di legno dipinto, ci sono 20 statue, l’organo e settantacinque dipinti eseguiti all’epoca della Serenissima, raffiguranti i podestà raccolti in preghiera davanti alla Madonna, che l’antica Repubblica veneta inviava a Rovigo.
Il ciclo pittorico di 1500 mq, è una delle più grandi testimonianze del Barocco veneto che fu eseguito fra il Seicento e il Settecento. La chiesa è proprietà dei cittadini di Rovigo che l’hanno interamente finanziata, un raro esempio di senso civico che dovrebbe essere imitato anche per altri monumenti, per non mandare in rovina l’immenso patrimonio artistico sparso nella penisola italiana, visto e considerato che alle istituzioni dello stato italiano, stanno più a cuore le sorti dell’Africa, invece dei monumenti del proprio territorio che non sanno custodire.
La gente, in Italia, si dovrebbe organizzare per compiere la manutenzione dei monumenti che lo stato non riesce ad eseguire, per mancanza di fondi o perchè si disperdono nei vari passaggi della burocrazia. Si dovrebbe fare in modo che siano i cittadini e le imprese, a finanziare i restauri di opere d’arte che stanno andando in rovina, con la detrazione totale dalle tasse delle spese sostenute. Il tempio della Beata Vergine del Soccorso, la Rotonda, fu visitato anche da Wolfgang Ghoete in uno dei suoi viaggi in Italia.
La Rotonda di Rovigo, si può considerare un vero e proprio museo, un patrimonio dell’umanità, dove, fra pittori, scultori, architetti, vi hanno lavorato più di trenta artisti, fra i quali Francesco Maffei, con 5 dipinti, Pietro Liberi e Antonio Zanchi, 3 dipinti, Pietro Vecchia, Andrea Celesti. Il ciclo pittorico, è suddiviso in tre fasce che rivestono il perimetro delle pareti, dal basso verso l’alto: una fascia inferiore, una al centro e l’altra più in alto. Nella fascia inferiore, ci sono 16 dipinti, dei quali la metà ha per soggetto vari episodi della vita della Madonna, mentre gli altri otto, celebrano la devozione dei podestà davanti all’immagine della Madonna. Nella parte superiore, ci sono 17 dipinti, con gli stessi soggetti della parte inferiore e nella fascia centrale, sono alternati dipinti e sculture con vescovi e santi, rimasti illesi negli infortuni che sono a loro accaduti. Le sculture, sono alloggiate in venti nicchie, scavate nel 1626. I dipinti fra le nicchie, sono stati eseguiti nel 1639, mentre i dipinti nella parte inferiore, sono iniziati nel 1644.
La costruzione del campanile della Rotonda, ha avuto inizio solo nel 1655 è opera dell’architetto veneziano Baldassarre Longhena, l’autore della Chiesa della Salute a Venezia, per il concorso del Senato Veneziano del 1630, un tempio di ringraziamento per la liberazione di Venezia dalla peste. Longhena, uno dei più importanti architetti del Barocco Veneto, a Venezia, ha progettato diversi edifici, fra i quali Cà Pesaro e anche il Duomo di Chioggia. Non c’è unità di stile fra la chiesa e il suo campanile. Inizialmente, la Rotonda, era stata costruita con una cupola, rimossa poco tempo dopo la costruzione dell’edificio a causa di problemi tecnici. La cupola che c’era all’inizio, si può vedere nel dipinto di Andrea Celesti, nella fascia superiore, mentre, la forma attuale del tetto dell’edificio, è visibile nel dipinto in basso di Andrea Brunelli del 1650. All’interno, vi è un imponente altare di legno, interamente decorato e scolpito, e al centro della pala è stata collocata l’immagine della Madonna col bambino e la rosa di cm 80×100, che prima si trovava in un altro luogo di culto.
Non si paga ancora il biglietto d’ingresso.