Il viaggio di Leonardo da Vinci in Romagna

Brevemente, la vita di Leonardo da Vinci.

La formazione a Firenze. Nasce a Vinci un piccolo paese presso Firenze, nel 1452, figlio illegittimo di un notaio fiorentino e di Caterina, è cresciuto nella casa del nonno paterno. Nel 1468, Leonardo lascia Vinci e si trasferisce dal suo babbo a Firenze che lo manda come apprendista da Andrea del Verrocchio, titolare di un’importante bottega di Firenze e dove si apprendono diverse attività artistiche e aveva per acquirente la potente famiglia dei Medici. Nell’atelier del Verrocchio, incontra i maggiori artisti della seconda metà del Quattrocento, il secolo del Rinascimento: Lorenzo di Credi, il Perugino, Sandro Botticelli, e Domenico Ghirlandaio che avrà come allievo Michelangelo Buonarroti. […]

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Mondo di Leonardo a San Marino

Leone meccanicoLa mostra di San Marino.

Nella Repubblica di San Marino, dal 15 novembre al 16 marzo 2014, c’è la mostra “Il mondo di Leonardo” simultanea a quella di Milano, in Piazza della Scala, poco distante dal monumento a Leonardo da Vinci. L’esposizione, è stata allestita anche in altre città del mondo: Città del Messico, New York, Tokio, Toronto e ha ottenuto un gran successo fra il pubblico.

A San Marino, il nucleo principale della mostra, si trova nel Centro Congressi Kursaal, qui sono esposte le macchine, i Codici, la Gioconda e l’Ultima cena. Con la tecnologia informatica, il visitatore, può vedere e far scorrere le pagine dei Codici più importanti e cosa disegnava e scriveva Leonardo, nei suoi quaderni di disegno, appoggiando le dita sul numero della pagina nella base digitale e nel frattempo, imparare la storia dell’arte o scoprire il genio che è dentro di noi! Il visitatore, non è più solo il soggetto passivo che guarda. È una mostra interattiva e multi disciplinare, un ambiente ideale per rappresentare le varie attività di Leonardo.   […]

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La vita del giovane Duce in Romagna

Casa natale Mussolini PredappioBenito Mussolini, è stato l’uomo politico più discusso d’Italia e della Romagna, il più odiato, ma anche il più amato del mondo; facendo un paragone con i politici italiani d’oggi, lui si può definire “un criminale che amava l’Italia e gli italiani”, ma è anche uno statista. Il Duce, non rubava, era un costruttore, e faceva quello che prometteva, il pensiero, seguiva l’azione. Nel Duce, i nemici, vedono solamente la parte criminale e dimenticano i lavori utili e reali da lui eseguiti nell’organizzazione e costruzione dello stato.

I politici italiani di oggi, si possono definire “criminali che odiano l’Italia e, gli italiani”, sono malvagi e bugiardi, in quanto si servono dello stato per i propri interessi personali e quelli degli amici, danneggiando la popolazione e lo stato. Approfittano per l’ingenuità e la buona fede delle persone e commettono ugualmente tanti crimini contro l’umanità e oggi sono diventati dei parassiti incapaci di azioni utili alla collettività. Il giovane Mussolini era povero, si trasferì a Milano ed ebbe l’occasione di fondare un giornale ed un partito politico, ma il fascismo non nacque in Romagna.

Chi vuole approfondire la conoscenza dell’età giovanile di Benito Mussolini, è stata organizzata una mostra a Predappio, nella casa dove egli è nato. Sono esposti documenti e lettere, inediti, del periodo dal 1883, anno di nascita, fino al 1914.  La mostra è aperta dal venerdì e nei giorni festivi fino al 31 maggio 2014, dalle ore dieci della mattina.   […]

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MIC, il museo del ragioniere Ballardini

Mic - web - 2Il MIC, il Museo Internazionale della ceramica artistica di Faenza, fondato all’inizio del secolo scorso, è il museo più importante della Romagna, e il più grande del mondo, dedicato all’arte della ceramica.  Il Museo, raccoglie gli oggetti in ceramica da tutto il mondo, raccontando la storia dell’uomo dalle sue origini ai giorni nostri, attraverso la creazione degli utensili in ceramica, d’uso quotidiano. L’ideatore del Museo, è uno straordinario ragioniere, d’altri tempi, e d’altra pasta vissuto all’inizio del secolo scorso, quando c’era ancora il Re. I ragionieri quando cambiano mestiere, trovano spesso il successo ed inoltre, questa istituzione è stata favorita anche dall’antica tradizione della ceramica faentina.

La “crisi” italiana dei nostri giorni, dovrebbe servire almeno ad estendere la fondazione di musei; chiudendo alcuni centri commerciali, si potrebbero recuperare le strutture per fare i musei, oppure ristrutturare gli edifici vuoti delle fabbriche chiuse.      […]

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La primavera del Rinascimento

Donatello - Gattamelata - PadovaLa primavera del Rinascimento e l’autunno del Medioevo. E’ una mostra a Firenze sul primo Rinascimento. Il Rinascimento, fu un movimento artistico imponente; questa mostra è dedicata alla scultura.  Considerando che il tema della mostra fosse la scultura di Firenze, sarebbe stato più corretto, a mio parere, il titolo: “La scultura a Firenze nel primo Quattrocento”, è più immediata la comprensione per l’utente profano, che vuole farsi una cultura artistica, visitando le mostre. Forse, la parola “primavera”, attira più visitatori di “scultura” ma in questo modo, si rischia di non richiamare la gente veramente appassionata di scultura.

La mostra, si svolge a Palazzo Strozzi, in Firenze, dal 23 marzo al 18 agosto 2013.

Chi visita l’esposizione fiorentina, partendo dalla Romagna, si consiglia di prendere il treno a Faenza, l’antica Ferrovia dell’Arte che collega la Romagna a Firenze. Conviene restare in Toscana per due giorni. Arrivati a Firenze, per avere una visione più completa della scultura toscana, prima di visitare la mostra a Palazzo Strozzi, è opportuno visitare a Pisa il complesso monumentale di Piazza dei miracoli: il Duomo, il Battistero, la Torre, il Camposanto, un centro di cultura Romanica, Gotica e d’arte antica, dove lavorarono gli scultori compresi nella prima sezione della mostra, di cui non si riesce a dare una visione sufficiente e completa al pubblico della grandezza di questi maestri che hanno preceduto gli scultori fiorentini, se non si conosce ciò che hanno fatto. Nella prima sezione della mostra, sono presenti opere autonome (non inserite in un ambiente architettonico) della bottega di Nicola Pisano, Giovanni Pisano, Arnolfo di Cambio, Giotto, Tino da Camaino, allievo di Giovanni; la scuola di Andrea Pisano e del figlio Nino…Dopo aver visitato la mostra, è consigliata la visita al Bargello a Firenze, il più importante museo della scultura italiana.

L’immagine rappresenta il “Monumento equestre al Gattamelata” eseguito fra il 1447-53 da Donatello a Padova, nella Piazza del Santo.  

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NOVECENTO, l’arte nell’Italia del Duce

Alfa webNOVECENTO, l’arte e la vita in Italia tra le due guerre, è il titolo di una mostra che si svolge a Forlì nei Musei San Domenico dal 2 febbraio fino al 16 giugno 2013. Sono presenti oltre 400 opere di varie tendenze artistiche del ventennio fascista, in gran parte quadri, provenienti da tutti i musei pubblici e privati d’Italia che rappresentano: l’arte di propaganda, la metafisica, il futurismo e particolarmente il gruppo “Novecento”, che fondò la collaboratrice e amante ebrea di Mussolini, Margherita Sarfatti in opposizione al Futurismo e nello stesso periodo della nascita del fascismo. Sono esposti i dipinti dell’epoca, i cartelloni pubblicitari, piccole riproduzioni dei monumenti più importanti dell’architettura fascista, libri, abiti, mobili, un film e una radio. La radio fu il mezzo di comunicazione più importante per quel periodo. Il cinema era considerato uno strumento di propaganda e persuasione delle masse. Il fascismo, voleva “riportare l’ordine” nell’arte, con il ritorno al passato, alla tradizione accademica e alle forme estetiche storiche, all’arte borghese. La mostra di Forlì ai Musei San Domenico, è la più grande, fra quelle che hanno trattato il tema dell’arte italiana fra le due guerre, ma è ancora troppo piccola, per rappresentare l’immagine reale e l’immensa retorica del regime.

«Dopo aver rilevato come anche nel Risorgimento, ai tempi in cui l’Italia era divisa, la sua arte era un privilegio e una gloria per essa, ha aggiunto che oggi, in cui tutte le condizioni più auspicate dai grandi italiani, e prima e fondamentale, l’unità, si sono realizzate, può svilupparsi nella nostra terra, una grande Arte che comprenda in sé e a sua volta informi, tutte le manifestazioni della vita, un’arte che deve essere tradizionalista e al tempo stesso moderna, che deve guardare al passato e al tempo stesso all’avvenire. Noi non dobbiamo rimanere dei contemplativi, non dobbiamo sfruttare il patrimonio del passato. Noi dobbiamo creare un nuovo patrimonio da porre accanto a quello antico; dobbiamo creare un’arte nuova, un’arte dei nostri tempi, un’arte fascista».

Questo aveva dichiarato Benito Mussolini, all’Accademia di Perugia. Il discorso, è stato pubblicato da Critica Fascista, n. 2 del 1926, aprendo un dibattito al quale hanno partecipato diversi esponenti della cultura: Soffici, Maccari, Bontempelli, Malaparte, Cecchi, Braglia. L’arte del regime, respinge le espressioni rinnovatrici e dinamiche del Futurismo e le avanguardie; è un’arte nazionalista e nello stesso tempo tradizionalista. La polemica sull’arte, non fu limitata a «Critica Fascista», proseguì anche sulla stampa italiana. Bontempelli, nel 1926, fondò la rivista “900” e dichiarava “Il Novecento, ci ha messo molto tempo a spuntare. L’Ottocento non poté finire che nel 1914. Il Novecento, non comincia che un poco dopo la guerra”. Non tutti sono d’accordo con Bontempelli, che voleva cancellare il periodo delle Avanguardie artistiche del Novecento, che inizia prima della fine dell’Ottocento, con Van Gogh, che segna la divisione fra i due secoli. L’arte del Duce, si può considerare del Novecento, ma è arte borghese e una delle tante espressioni d’arte di questo secolo.   […]

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Manifesto dei pittori futuristi

Dopo la fondazione e il primo manifesto del futurismo, pubblicato da Marinetti sul Figaro il 20 febbraio 1909, ne seguirono molti altri: il manifesto dei pittori, degli scultori, degli architetti, dei musicisti, del teatro, della cucina, delle donne, del partito Futurista….

8 marzo 1910

Agli artisti giovani d’Italia!

Il grido di ribellione che noi lanciamo, associando i nostri ideali a quelli dei poeti futuristi, non parte già da una chiesuola estetica, ma esprime il violento desiderio che ribolle oggi nelle vene di ogni artista creatore.
Noi vogliamo combattere accanitamente la religione fanatica, incosciente e snobistica del passato, alimentata dall’esistenza nefasta dei musei. Ci ribelliamo alla supina ammirazione delle vecchie tele, delle vecchie statue, degli oggetti vecchi e all’entusiasmo per tutto ciò che è tarlato, sudicio, corroso dal tempo, e giudichiamo ingiusto, delittuoso, l’abituale disdegno per tutto ciò che è giovane, nuovo e palpitante di vita.  […]

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Giustiniano e Teodora, i due imperatori

Chi visita Ravenna, non può dimenticare di vedere la Basilica di San Vitale, edificata nel 525, finanziata da Giuliano Argentario, banchiere, durante il regno del “barbaro” Teodorico e nel periodo del massimo splendore dell’impero bizantino. Questa chiesa, è il primo esempio di architettura bizantina a pianta ottagonale e con cupola, che fu coperta da mattoni, con una struttura architettonica diversa dalle basiliche cristiane già costruite a Ravenna: la basilica di Sant’Apollinare Nuovo e la basilica di Classe. La pianta centrale e la copertura a cupola, si è imposta all’epoca di Giustiniano, come simbolo del potere imperiale e religioso. All’interno della chiesa di San Vitale, nell’abside, due mosaici, uno di fronte all’altro rappresentano uno, l’Imperatore Giustiniano e l’altro l’Imperatrice Teodora, entrambi raffigurati con il loro seguito in una posizione di parità assoluta. I mosaici, sono stati eseguiti nel 547, un anno prima della morte di Teodora. Le immagini frontali dei mosaici, sono piatte, e non era ancora stata studiata la prospettiva che caratterizzò le immagini del Rinascimento. E’ una delle rare testimonianze di questo periodo, in quanto, ben poco è rimasto dell’ immenso impero romano d’Oriente che conquistarono i turchi nel 1453. Questi mosaici, sono alcune delle poche immagini della corte ufficiale di Bisanzio. Rappresentano l’esaltazione del potere imperiale che si unisce con la fede cristiana. I mosaici di Giustiniano e Teodora, se fossero stati eseguiti a Costantinopoli, oggi Istambul, molto probabilmente, sarebbero andati distrutti. La basilica di San Vitale, è “Patrimonio dell’Umanità”.   

Una primitiva chiesa bizantina, è stata costruita anche a Santarcangelo di Romagna al tempo dei primi insediamenti romani, a un chilometro dall’attuale centro storico. La Pieve, con una sola navata centrale, è dello stesso periodo delle prime basiliche cristiane costruite a Ravenna.

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Madonna, stella del mondo

Madonna è la mia cantante preferita per diverse ragioni.

E’ un’artista molto creativa impegnata con successo in vari settori: musica, danza, recitazione, regia. Cantante, produttrice di dischi e di cinema, stilista, benefattrice.

Ha la capacità di amministrare la sua popolarità in modo corretto.

Ha le capacità di diventare anche il primo presidente donna degli Stati Uniti d’America!  E’ una stella che brilla di luce sua e non di riflesso, una qualità molto rara per una donna.

Non è figlia di persone importanti. Essa ha costruito da sola la sua popolarità e il suo successo.  In Italia non abbiamo artiste come Madonna.

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Estensi, la dinastia costruttiva

La struttura urbanistica di Ferrara, collocata nel perimetro delle mura si è sviluppata fra Medioevo e Rinascimento, durante il dominio della dinastia Estense. E’ il risultato della somma in periodi diversi, di porzioni urbane al nucleo primitivo della città. (Addizioni). Ferrara, con la casata Estense, diventa la capitale di un moderno stato regionale del Rinascimento e oggi è la più giovane provincia della regione Emilia. Estensi sono una famiglia di origine longobarda con proprietà ad Este. Dal 1240 al 1598, sono duchi di Ferrara e quando si  trasferiscono a Modena la città di Ferrara ritorna sotto il dominio del Papa. Non è facile tracciare una breve sintesi degli avvenimenti di circa 350 anni di storia Estense, senza trascurare avvenimenti importanti. Con questo quadro generale, si vuole distinguere l’abilità costruttiva e imprenditoriale di una dinastia che non si esaurisce con le opere descritte.  […]

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