LE AFFINITA’ ELETTIVE

Paola Petrini, esercitava il suo lavoro di pittrice con serietà ed impegno. Tutto il giorno, nello studio, dipingeva fino a tarda sera e non poteva fare altro; la famiglia, non la ostacolava, anche se avrebbe voluto che si trovasse un impiego ordinario. In Romagna, dipingere, non era considerato un mestiere, ma era visto come un passatempo. Dopo avere vinto il concorso e preparato la mostra che doveva tenere a Milano, Paola, riuscì a superare anche il dolore derivante dalla separazione definitiva dal primo fidanzato e incontrò un nuovo ragazzo, questa volta di sette anni più giovane che non aveva fretta di mettere su famiglia, anche lui musicista, ma di musica classica.   […]

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Lo studio d’arte

Dopo l’esame di maturità, Paola, aprì lo studio per dipingere in Via Sintoni a Cesenatico. Con la vendita dei quadri, riusciva a pagare le spese. La sua famiglia era benestante, ma voleva essere economicamente indipendente dalla famiglia.

Lo studio diventò un punto d’incontro d’artisti e galleristi. Acquistò la prima automobile, la Mini. La macchina serviva per portare i quadri alle mostre, nelle città di Romagna ed Emilia. La nostra aspirazione, era quella di acquistare la moto. La Riviera Romagnola, d’estate diventa una metropoli molto trafficata e con la moto si risolve questo problema. Paola acquistò una prima Moto Guzzi 250, nel 1978 e nel 1980 ha acquistato un’Honda 500 ed io una Suzuki 550. Paola, oltre alla pittura ad olio, si dedicò a tutte le tecniche artistiche. Le chiedevano di dipingere diversi soggetti e nello stesso tempo eseguiva soggetti personali. La natura morta è il soggetto più pratico da comporre in studio, con oggetti impolverati, recuperati in vecchi casolari di campagna: bottiglie, lampade, vasi, vecchi oggetti d’uso quotidiano, frutta, ortaggi, zucche…

Le zucche che compongono le nature morte, sono acquistate dai contadini di Ferrara, e fatte seccare. Nel periodo estivo, eseguiva i paesaggi marini: le barche, la spiaggia, i capanni dei pescatori, il Porto Canale, che erano i soggetti più graditi dai turisti. Su quelle tele riusciva a trasmettere la serenità e la luce dell’estate romagnola. In estate, partecipava alle mostre collettive con pittori locali e le sue opere si vendevano sempre con qualsiasi tecnica o soggetto. Nello stesso tempo contattava galleristi per proporre i quadri e spesso mi chiedeva di accompagnarla, affinché non si creassero situazioni equivoche, per una giovane pittrice, ma lo faceva anche per coinvolgermi, mi presentava i suoi galleristi, perché desiderava che anch’io facessi quel lavoro.  Dopo il Liceo, ho frequentato un altro anno per poter avere accesso all’Università, e un anno, ho lavorato in uno studio d’arte e restauro, con diversi artisti, ma non ho mai amato lavorare alle dipendenze di altri e poco dopo ho aperto anch’io lo studio. Oltre ai quadri, mi sono dedicata ai cartelloni pubblicitari, e ho frequentato una scuola di grafica pubblicitaria. Paola nelle discoteche di Cesenatico, incontrò un musicista di una nota orchestra romagnola che frequentò per sette anni e questo fu anche il periodo più luminoso e sereno di tutte le opere di Paola. Il musicista la voleva sposare. Paola, che aveva sette anni di meno, non si sentiva ancora pronta per formare una famiglia. Mi ha chiesto un consiglio, ma ho preferito non darlo. Ho solo ricordato le situazioni che si sarebbero potute verificare con un matrimonio prematuro…e alla fine, si sposano tutti. Dopo dieci giorni mi dice, che ha lasciato il musicista, non vuole fare questa scelta, e a seguito di questa sofferenza, si dedica ancora di più al suo lavoro. Per lei è stata una scelta dolorosa e ho sempre evitato l’argomento. Fu invitata a partecipare ad un concorso a Milano dove si classificò al primo posto. In seguito a quest’evento, come premio, allestì una mostra personale in una galleria milanese dal 3 al 15 novembre 1984.  Mi chiese di accompagnarla all’inaugurazione della mostra. I suoi quadri, piacevano anche qui e molti affermavano che, con le sue capacità, avrebbe dovuto trasferirsi a Milano! Paola non lo ha fatto per non dare un grande dispiacere alla famiglia.

In Italia, ma soprattutto nelle province di Romagna, il mestiere di pittore, non è mai stato considerato un lavoro normale per un uomo; se a dedicarsi a questo mestiere si tratta di una donna, vi lascio immaginare!  Di pittrici, ce n’è stata una per secolo e di solito provengono da famiglie d’artisti! Ho sempre creduto nelle capacità di Paola… poi ho scoperto che fra i suoi parenti esistevano diversi artisti! Paola, ha ereditato questa passione da uno zio. Non mi sono mai chiesta se la sua famiglia fosse contenta di questa scelta. Oggi i tempi sono cambiati, ma non è mai una scelta facile.

Se vuoi vedere le opere di Paola, visita il sito:  www.paolapetrini.it

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